Storia delle arti figurative nella Prato nel tardo novecento
MUSICA, DANZA, COLORE: ELEMENTI DI UN PERCORSO ARTISTICO
Serie: Arabesque
(2002) Dal libro di FRANCO RICCOMINI
“Come la musica, il linguaggio dell’arte e la danza esprimono, attraverso un loro codice, una loro ‘scrittura’, un loro ‘alfabeto’ di base, tutta una serie di sentimenti e condizioni proprie dell’anima”. Così Tamara Donati introduce alla sua pittura che proprio nell’armonia della musica e nel ritmo della danza, si sostanzia. Emblematica opera per questo asserto è un suo omaggio alla Salomè di Filippo Lippi dove avviene quasi un’identificazione fra queste due discipline e la pittura. Ne consegue che questa tela e in genere tutti i suoi dipinti, respirano di questo “legame” che affonda anche nel ricordo di antichi messaggi, una sorta di recupero del passato filtrato attraverso la visione del presente. Il lavoro della Donati, iniziato da giovanissima, si dipana su questo percorso che vede al suo centro quel gioco dell’esistenza che è la danza, filo conduttore irrinunciabile per esprimere con i colori il movimento, la suggestione delle movenze, le alternanze della luce, la plasticità dell’insieme.
(…) A guardarle bene le tele della Donati, attraverso il tempo, contengono tutte qualcosa di “nascosto”, come se l’artista volesse spaziare in oceani diversi fuori dagli stretti schemi della pittura.
(…) E lei, dai primi tentativi di esaltare la bellezza, ha trovato la sua migliore espressione nel trasmettere le sue sensazioni attraverso la danza: “Per me – afferma – la danza è l’occasione per parlare attraverso lo spirito e nei miei lavori cerco sempre di trasmettere, attraverso la raffigurazione di danzatori, i sentimenti e il mio processo di sviluppo interiore”. Il ritmare delle sue proposte prosegue con l’interpretazione della danza attraverso segni di estrema sintesi e colori: una delle sue mostre più riuscite, dal titolo “Arabesque” sottende ancora una volta, nell’elevarsi dei danzatori verso l’alto, quella che è o dovrebbe essere l’elevazione umana come processo di sviluppo interiore. Nel segno di una libertà espressiva, tra narrazione e stimoli emozionali.
FRANCO RICCOMINI
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