La danza, i corpi, le linee
Il mondo di Tamara Donati
Serie: Danza nelle acque 1998
(28/02/1999) da: La Nazione – Prato agenda
Arte i protagonisti della pittura
Recensione di Alberto Gavezzani
Danza e pittura in una fusione fra corpi e linee immersi in un oceano mentale, nella sostanza primigenia che è madre e creatrice. Questo è oggi il mondo di Tamara Donati; un mondo figurativo dove simbolismo e astrattismo si affacciano da tempo, ma riescono a prendere campo solo là dove si contemperano, come materia, con la sua intima essenza.
A soli trentasei anni sembra aver raggiunto almeno due certezze: la pittura è ricerca, ma soprattutto vibrazione; la danza è gioia, ma in particolare è prevalere del movimento sulla figura.
Così nelle sue tele, dove l’elemento tempo sparisce o comunque tende a trasfigurare in elementi di contorno, solo suggeriti dai rilievi che ottiene stendendo basi d’affresco, le eteree danzatrici restano tali senza riuscire a prendere campo sul liquor mentale che fa loro da base.
E non a caso le tele di Tamara Donati nascono accompagnate da sprazzi musicali, spesso classici, ma anche tratti da brani moderni come quelli dei Pink Floyd. Non a caso l’artista dice che, al di là della sua passione per tutto quello che è classico, amerebbe lasciare Javello, dove vive, per vagare intorno al mondo.
Anche la sua pittura è un viaggio. Un viaggio alla ricerca di sé stessa, un proiettarsi verso quei mondi dello spirito e dell’esoterismo che possano continuare a fornirle, tredici anni dopo il suo debutto nel mondo dell’arte, il motivo del creare.
Scrive la Donati, introducendo una sua mostra: “Come la musica anche il linguaggio dell’arte e la danza esprimono attraverso un loro codice, una loro scrittura, un loro alfabeto di base, tutta una serie di sentimenti e condizioni proprie dell’anima”.
Ed è questo stesso alfabeto di base che, come insegnante, cerca da alcuni anni di trasfondere negli allievi dei corsi che tiene per la Circoscrizione Nord e per l’AICS di via Verdi. Ma Tamara Donati, nel suo viaggio artistico, è ben oltre un alfabeto di base. Grazie ad un’ottima padronanza di quasi tutte le tecniche si è inoltrata in un fluire dinamico e, come dice Sandro Malucchi. “verso luoghi trascendenti, dove differenze e contrapposizioni si annullano in una danza perenne, una danza nelle profondità della vita spirituale, una danza nelle acque”.
Recensione di Alberto Gavezzani
Torna alla Serie Danza nelle acque 1998