Galleria Adam – Ploiesti
Serie: Figure in movimento 1985-2024
(11.05.1992) Mostra in Romania
Recensione di Adriana Botez-Crainic
(Preside della Facoltà di Belle Arti Theodor Palladi – Bucarest)
La freschezza e la visone luminosa dei colori di Tamara Donati ricordano il cubismo orfico di Robert Delaunay. La gamma spettrale, la luce mobile, la fusione degli schermi coloristici, le trasparenze e l’intensità dei pigmenti creano una reale festa offerta dal colore all’occhio. Realtà e sogno, concretezza e fantasia, la dinamica dei movimenti di “Dafni e Cloè”, “Ballerina classica” o “Carmen” creano una sorprendente, danzante e musicale suite di immagini che si potrebbero chiamare: Musica, Danza, Colore, Poesia.
I mutamenti dell’intensità dei pigmenti da rosso a viola o turchese e arancione, i rapporti di caldo-freddo, i contrasti dei complementari arancione-azzurro, giallo-viola, rosso-turchese, i ritmi vivaci, dimostrano la conoscenza della teoria del colore e gli esercizi insistenti. Le creazioni di Tamara Donati hanno non solo probità plastica, hanno un certo alone di fascino. Al bisogno di ordine e logica dell’architettura della composizione, la pittrice aggiunge una sensibilità coloristica particolarmente viva come condizione di uno stato artistico vivo.
Il cubismo orfico più raro affrontato dai pittori dopo le esperienze del lirismo cromatico fatte da Robert Delaunay, Sonia Delaunay e Jacques Villon nel periodo interbellico, oggi, si presenta sorprendentemente fresco nelle esperienze graziose e, al tempo stesso, nelle strutturate composizioni della pittrice toscana. Forse né i ritmi né le cadenze vivaci del dinamico futurismo italiano di Gino Severini, Boccioni e Giacomo Balla sono estranei alla giovane pittrice pratese. “Flamenco” è in questo senso una bella e originale sintesi tra “La ballerina” di Gino Severini e “Il disco simultaneo” di Delaunay.
Salutiamo l’apparizione della visione coloristica di Tamara Donati nel paesaggio artistico romeno, così svariato, ma ospitale e cordiale, con la speranza di un ritorno dell’artista italiana in Romania e la conoscenza da vicino della nostra vita culturale, passata e attuale.
Recensione di Adriana Botez-Crainic
(Preside della Facoltà di Belle Arti Theodor Palladi – Bucarest)
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