Esposizione presso FARSETTI Sala rotonda

Serie: Arabesque

Viale della Repubblica – Prato
Dal 31.10.2018 al 10.11.2018

(2018) Dal catalogo: DONNE Eccellenze pratesi
a cura di Carlo Palli

Presentazione di LAURA MONALDI

Tamara Donati presenta un lavoro incentrato sulla danza, in quanto momento di subordinazione del sentimento al movimento: < in “Arabesque” – scrive la’artista –  è racchiusa l’essenza della danza per dare vita ad un ciclo, in divenire, in cui ogni opera è fine a se stessa e nel contempo corale con le altre. Tale ciclo è costituito da un simbolo convenzionale: la stessa figura ad arabesque, archetipo che si ripete in ogni singola opera.

La figura nel protendersi verso l’alto esprime simbolicamente elevazione, ossia l’evoluzione umana verso i valori dello spirito; evoca la libertà da ogni vincolo del quotidiano a favore di altre dimensioni e realtà.

La figura ad arabesque è così il lèitmotiv che scandisce tutto il ciclo e, nel costante ripetersi di opera in opera, diviene il “pretesto” per esprimere liberamente concetti che travalicano l’apparenza estetica della figura di danza.

Formalmente, poi, costituisce lo stereotipo che rivela in sé un tacito contenuto di carattere sociologico: la civiltà dell’immagine che, con i suoi condizionamenti, crea una realtà basata sulla fruizione passiva di modelli prestabiliti, nell’infinito succedersi di una stessa tendenza.

Arabesque è una ricerca che si dipana in risultati molteplici, successivi e potenzialmente senza fine. Non c’è un apice ma un percorso che dura anni e segue l’intero sviluppo dell’idea nel ripetersi di una, o più volte, o infinite volte, senza mai perdere quel fascino dell’incompiuto e dell’infinito che è alla base di ogni percezione estetica; il divenire delle forme; le forme in divenire; il tendere delle forme verso un attimo di perfezione che è irraggiungibile, ma che meriterebbe di essere raggiunto.

In Arabesque a venire ritratto è un processo, un atteggiamento mentale, non più solo una forma, un tema. Concetti materializzati attraverso la forma che si riproduce e forme che danno visione a pensieri altrimenti invisibili, in una politezza iconica ed una sostanzialmente lucida figurazione araldica.

Una sagoma di figura ad arabesque (intera o parti di essa) entra a far parte di ogni opera. I supporti e le materie utilizzate, diversi di volta in volta, determinano  eclettismo nell’operare tecnico, ma essi sono solo il mezzo e non il fine che è invece relativo alla significazione dell’opera singola, alla sintonia dell’insieme nonché al concetto generale assunto dall’intera serie.

L’impaginazione delle opere consiste in particolari tagli in spazi minimalisti, metafisici, in cui la prospettiva si esaurisce dove comincia il vero desiderio di andare oltre il supporto.

Alla base della ricerca, il bisogno di oltrepassare la materia: non linee delimitate nello spazio, ma continuità dello spazio nella materia>.        

Presentazione di LAURA MONALDI

Immagini evento

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Mostra: Donne – Eccellenze pratesi

Serie: Arabesque


Presentazione

Farsettiarte, Sala Rotonda – Museo Pecci
Prato, Viale della Repubblica – Prato
Dal 31.10.2018 al 10.11.2018

(2018) Dal catalogo: DONNE Eccellenze pratesi
a cura di Carlo Palli

Presentazione di LAURA MONALDI

Tamara Donati presenta un lavoro incentrato sulla danza, in quanto momento di subordinazione del sentimento al movimento: < in “Arabesque” – scrive la’artista –  è racchiusa l’essenza della danza per dare vita ad un ciclo, in divenire, in cui ogni opera è fine a se stessa e nel contempo corale con le altre. Tale ciclo è costituito da un simbolo convenzionale: la stessa figura ad arabesque, archetipo che si ripete in ogni singola opera.

La figura nel protendersi verso l’alto esprime simbolicamente elevazione, ossia l’evoluzione umana verso i valori dello spirito; evoca la libertà da ogni vincolo del quotidiano a favore di altre dimensioni e realtà.

La figura ad arabesque è così il lèitmotiv che scandisce tutto il ciclo e, nel costante ripetersi di opera in opera, diviene il “pretesto” per esprimere liberamente concetti che travalicano l’apparenza estetica della figura di danza.

Formalmente, poi, costituisce lo stereotipo che rivela in sé un tacito contenuto di carattere sociologico: la civiltà dell’immagine che, con i suoi condizionamenti, crea una realtà basata sulla fruizione passiva di modelli prestabiliti, nell’infinito succedersi di una stessa tendenza.

Arabesque è una ricerca che si dipana in risultati molteplici, successivi e potenzialmente senza fine. Non c’è un apice ma un percorso che dura anni e segue l’intero sviluppo dell’idea nel ripetersi di una, o più volte, o infinite volte, senza mai perdere quel fascino dell’incompiuto e dell’infinito che è alla base di ogni percezione estetica; il divenire delle forme; le forme in divenire; il tendere delle forme verso un attimo di perfezione che è irraggiungibile, ma che meriterebbe di essere raggiunto.

In Arabesque a venire ritratto è un processo, un atteggiamento mentale, non più solo una forma, un tema. Concetti materializzati attraverso la forma che si riproduce e forme che danno visione a pensieri altrimenti invisibili, in una politezza iconica ed una sostanzialmente lucida figurazione araldica.

Una sagoma di figura ad arabesque (intera o parti di essa) entra a far parte di ogni opera. I supporti e le materie utilizzate, diversi di volta in volta, determinano  eclettismo nell’operare tecnico, ma essi sono solo il mezzo e non il fine che è invece relativo alla significazione dell’opera singola, alla sintonia dell’insieme nonché al concetto generale assunto dall’intera serie.

L’impaginazione delle opere consiste in particolari tagli in spazi minimalisti, metafisici, in cui la prospettiva si esaurisce dove comincia il vero desiderio di andare oltre il supporto.

Alla base della ricerca, il bisogno di oltrepassare la materia: non linee delimitate nello spazio, ma continuità dello spazio nella materia>.        

Presentazione di LAURA MONALDI

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Performance: Iconoclastia delle creatività

Serie: Arabesque


Video

Tamara Donati - Performance Iconoclastia della creatività - Serie ARABESQUE - Prato - Italia

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Mostra: Area protetta del Monteferrato

Serie: Arabesque

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Esposizione d’arte contemporanea a ridosso delle mura storiche di…

Serie: Arabesque

Giardino del Ristorante Opera 22, via Pomeria, 64 Prato
Dal 26.06.2013 al 12.09.2013

(2013) Dalla rivista: ARTE IN TOSCANA n° 4

Presentazione di ILARIA MAGNI

L’artista presenta l’opera Arabesque BB, “la verità non è ciò che è dimostrabile, ma ciò che è ineluttabile” (Antoine De Saint Exupery). Una lastra sagomata in acciaio e ferro arrugginito, con un elegante modellato raffigura l’arabesque, una figura della danza, che esemplifica la tensione attiva che percorre tutta la produzione artistica di Tamara. La figura si slancia verso l’alto a rappresentazione simbolica dei valori dello spirito, e racchiude in sé una velata denuncia alla civiltà dell’immagine, basata sull’accettazione passiva di modelli prestabiliti.

Presentazione di ILARIA MAGNI

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Mostra: Atelier La Pietà

Serie: Arabesque

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Mostra: Palazzo Datini

Serie: Arabesque

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Tamara Donati – Museo di arte contemporanea italiana in…

Serie: Arabesque

(2005) Ambasciata d’Italia in Costa Rica
Istituto italo-Latino Americano, Roma

Il pubblico che segue con assiduità le manifestazioni legate all’arte contemporanea, segue con sempre maggiore attenzione le iniziative organizzate alla Esposizione Internazionale d’Arte, Biennale di Venezia, perché qui è possibile avere una completa visione della sperimentazione a livello mondiale.

Questo ne facilita una migliore comprensione da parte del pubblico che così impara ad apprezzare le nuove tendenze, gli artisti acclamati dalla critica e dagli storici dell’arte ed anche una visione delle Gallerie e dei mercanti che spesso promuovono i loro investimenti dando visibilità agli esponenti che sperimentano nella quotidianità a noi coeva.

Proprio a questo settore, a volte penalizzato, si è rivolto lo Stato della Costa Rica che in occasione della 51° Biennale di Venezia, all’interno del Padiglione I.I.L.A. nella prestigiosa sede di Palazzo Cavalli Franchetti, ha voluto rendere omaggio al Museo di Arte Contemporanea Italiana in America, agli artisti italiani che sono stati selezionati e che costituiscono il primo nucleo della collezione permanente.

I fondatori del Museo hanno voluto istituire una moderna struttura che fosse in divenire affinché potesse fornire, in modo costante e aggiornato nel tempo, la così vasta esperienza contemporanea sperimentata anche nel nostro Paese, in un museo a cielo aperto, dal momento che conserva i due terzi del patrimonio artistico mondiale.

Per questo motivo il Museo d’Arte Contemporanea Italiana in America è soprattutto uno stimolo alla riflessione, tanto che nell’occasione un rappresentante del Governo dello Stato costaricense e la Direzione del Museo illustreranno l’arte di Tamara Donati, alla quale sarà inoltre donato un riconoscimento per la sua produzione artistica.

Ricevere un così ampio consenso proprio nel padiglione dell’I.I.L.A., che ha sempre patrocinato le iniziative del Museo di Arte Contemporanea Italiana in America, è un ulteriore conferma per questa pittrice dell’attenzione che i Paesi e il pubblico di questo continente gli hanno riservato nel contesto della più importante manifestazione artistica mondiale.

Tamara Donati entra quindi a pieno titolo nell’universo dei grandi, dopo aver ricevuto il riconoscimento per la sua sperimentazione artistica proprio dallo staff del Museo che ha pensato di inserirla nella rosa dei selezionatissimi nomi che costituiscono il primo nucleo di detta struttura culturale.

Un progetto molto ambizioso che è stato possibile realizzare grazie alla sinergia tra il nostro Governo e quello costaricense, in un fattivo rapporto di collaborazione tra le Ambasciate e la direzione del Museo e gli artisti, tra i quali Tamara Donati che ha saputo cogliere questa imperdibile occasione con grande slancio, nonché l’opportunità di poter comunicare e divulgare la sua arte verso nuove frontiere di pubblico e critica, in particolare verso il mercato statunitense, molto presente in questo Paese del Centro America e attento da sempre alle nuove tendenze dell’arte italiana.

La direzione del Museo si è avvalsa di una rete di consulenze e si è impegnata a lungo in una campagna di ricerca personale alla scoperta di un Contemporaneo che, proprio in quanto tale, è spesso ancora universalmente poco conosciuto, certi che con questo modus operandi si può affrontare la Biennale e si possono sostenere i pittori e gli scultori selezionati.

Comunicato stampa

Pieghevole Biennale di Venezia

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Tamara Donati – Arabesque

La danza e il corpo, nella figura appunto ad arabesque, fanno parti di ogni opera esposta in una ricerca in continuo divenire.

Serie: Arabesque

(20.11.2004) da: Exibart.com
Mostra presso CONFARTIGIANATO / Prato
Dal 20 novembre 2004 all’unici marzo 2005

CONFARTE torna con una nuova mostra e questa volta sceglie come luogo di esposizione una delle tre sedi che si trovano nella nostra città e precisamente quella in località Maliseti. L’artista protagonista dell’evento è Tamara Donati, la prima pratese a presentare le sue opere in Confartigianato di Prato. Altra novità è quella di una mostra a tema: “Arabesque”. La danza e il corpo, nella figura appunto ad arabesque, fanno parte di ogni opera esposta in una ricerca in continuo divenire.

Tamara Donati dopo aver studiato al Liceo Artistico di Firenze ha frequentato un corso di grafica pubblicitaria promosso dalla Regione Toscana. Ha partecipato a numerosi corsi di teatro, danza e canto. Dal ‘96 ha esposto le sue opere in Italia e all’estero. Dal 1997 insegna disegno, tecniche pittoriche e scultura in creta a Prato ed a Greve in Chianti.

“Scorro le opre che la Donati mi mostra ad una ad una e provo la gioia;” dice il critico Ugo Fortini,  “l’incanto, che esse promanano (sensazione, ahimé, sempre più rara da provarsi da parte di un critico dei nostri giorni che indaghi sull’operato dei nuovi artisti). Noto la pulsione, tra i perenne ondeggiare, il fluire dinamico, ubiquitario e quindi di non luogo, che caratterizza la pittura di Tamara Donati; e m’accorgo che è davvero danza; e come la danza non circoscrivibile, in quanto non si può fermare. Si costituisce e si determina, diviene movimento da un enigma e nell’enigma, “flatus vocis”, s’occulta, si dissolve dispare.

Anche il segno urgente e continuo (ora vivace ora tenue, diacronico, che non si chiude in sé) fluisce come l’asintoto palpito creatore e distruttore d’ogni forma; danza. Evoca Dioniso, il contrapposto dell’Eros platonico, l’ebbro danzatore metaforico e proteiforme che <ha ben il suo orecchio (dirà Nietzsche) nella punta dei piedi>”.

Scrive di lei il critico Alberto Gavazzeni: “Attraverso la danza e la musica, in una fusione fra corpi e linee immersi in un oceano mentale, verso le cristallizzazioni del deserto, verso colori che diventano materia, che a volte si installano sulle tele quasi fossero metafisici o che ne escono per diventare simili a sculture o che, in fin dei conti, cercano di smaterializzarsi nell’infinito, di diventare antimateria.

Un mondo in movimento che, partito seguendo le armonie della musica e i ritmi della danza, tende ora ad aggiungere, alla purezza del segno, la materia primigenia.

Danza e pittura, mondi fantastici e realtà: questo è oggi, come ieri, il mondo di Tamara Donati. Un mondo figurativo dove simbolismo e astrattismo continuano ad intrecciarsi, senza che ne l’uno, né l’altro riescano a prevalere”.

E aggiunge il critico Franco Riccomini: “A guardarle bene le tele della Donati, attraverso il tempo, contengono tutte qualcosa di “nascosto”, come se l’artista volesse spaziare in oceani diversi fuori dagli stretti schemi della pittura.

Il ritmare delle sue proposte prosegue con l’interpretazione della danza attraverso segni di estrema sintesi e colori: una delle sue mostre più riuscite, dal titolo “Arabesque” sottende ancora una volta, nell’elevarsi dei danzatori verso l’alto, quella che è o dovrebbe essere l’elevazione umana come processo di sviluppo interiore. Nel segno di una libertà espressiva, tra narrazione e stimoli emozionali”. A questo punto è quanto mai doveroso chiudere con le parole della stessa artista: “La mia vita, come la mia arte, è un continuo viaggiare nell’esigenza di nuove esperienze, in direzione di una precisa necessità evolutiva. E’ conoscere nuovi Paesi, è confrontarmi con altre culture. Soprattutto è un viaggio alla scoperta di me stessa, trascendendo il quotidiano, per immergermi nella mia parte interiore e quindi nella profondità dello spirito che è poi il motivo principale del mio creare. E’ desiderio di libertà che si esprime nel mio fare artistico (pittura ed installazioni) attraverso la mescolanza alchemica fra figurativo e astrattismo, dove tale contrapposizione di rigore stilistico si annulla nella necessità di una dimensione che fluttua fra il “vivere terreno” e la ricerca del “divino”. Nella mia ricerca la danza è il “pretesto” tematico più ricorrente perché mi dà modo di esprimere il passaggio dal concreto allo spirituale. La danza quindi capta la mia attenzione in qualità di rito ancestrale, non in quanto manifestazione esteriore, ma per la trascendenza estetica, seducente e vivificante che rappresenta; dove lo spirito ha finalmente la possibilità di esprimersi due volte: prima plasmando il movimento del corpo e poi mediante la trasposizione in arte visiva delle sensazioni che danzando si creano”.

Comunicato stampa

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Storia delle arti figurative nella Prato nel tardo novecento

MUSICA, DANZA, COLORE: ELEMENTI DI UN PERCORSO ARTISTICO

Serie: Arabesque

(2002) Dal libro di FRANCO RICCOMINI

“Come la musica, il linguaggio dell’arte e la danza esprimono, attraverso un loro codice, una loro ‘scrittura’, un loro ‘alfabeto’ di base, tutta una serie di sentimenti e condizioni proprie dell’anima”. Così Tamara Donati introduce alla sua pittura che proprio nell’armonia della musica e nel ritmo della danza, si sostanzia. Emblematica opera per questo asserto è un suo omaggio alla Salomè di Filippo Lippi dove avviene quasi un’identificazione fra queste due discipline e la pittura. Ne consegue che questa tela e in genere tutti i suoi dipinti, respirano di questo “legame” che affonda anche nel ricordo di antichi messaggi, una sorta di recupero del passato filtrato attraverso la visione del presente. Il lavoro della Donati, iniziato da giovanissima, si dipana su questo percorso che vede al suo centro quel gioco dell’esistenza che è la danza, filo conduttore irrinunciabile per esprimere con i colori il movimento, la suggestione delle movenze, le alternanze della luce, la plasticità dell’insieme.

            (…) A guardarle bene le tele della Donati, attraverso il tempo, contengono tutte qualcosa di “nascosto”, come se l’artista volesse spaziare in oceani diversi fuori dagli stretti schemi della pittura.

            (…) E lei, dai primi tentativi di esaltare la bellezza, ha trovato la sua migliore espressione nel trasmettere le sue sensazioni attraverso la danza: “Per me – afferma – la danza è l’occasione per parlare attraverso lo spirito e nei miei lavori cerco sempre di trasmettere, attraverso la raffigurazione di danzatori, i sentimenti e il mio processo di sviluppo interiore”. Il ritmare delle sue proposte prosegue con l’interpretazione della danza attraverso segni di estrema sintesi e colori: una delle sue mostre più riuscite, dal titolo “Arabesque” sottende ancora una volta, nell’elevarsi dei danzatori verso l’alto, quella che è o dovrebbe essere l’elevazione umana come processo di sviluppo interiore. Nel segno di una libertà espressiva, tra narrazione e stimoli emozionali.

FRANCO RICCOMINI

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