Biografia di Tamara Donati

TAMARA DONATI nasce a Prato (PO) il 04.11.1962.
Attualmente vive e lavora in Via IV Novembre, 4 – 51039 Quarrata (PT)
Per contattarla: Tel. 338 7699628
E-mail: tamara.donati@libero.it
Web: saatchiart.com/Tama

Nel 1981 si iscrive al Liceo Artistico Statale di Firenze dove consegue, nel 1985, il diploma di Maturità artistica – sezione Accademia. Durante l’ultimo anno di studi partecipa alla creazione di costumi e scenografie per la fiaba ghanese recitata da bambini: “Kwaku Ananse”, andata in scena al teatro Variety di Firenze.

Dal 1985 al 1987 frequenta a Firenze un corso di grafica pubblicitaria promosso dalla Regione Toscana.

Il 1985 segna anche l’inizio di un proprio percorso pittorico ad olio su tela e, l’anno successivo, partecipa ad una mostra collettiva organizzata dal “Gruppo Carmignano nell’arte”. Continua a partecipare attivamente a mostre collettive e personali in diverse località della Toscana, con il gruppo di Carmignano (FI), fino al 1991. La sua ricerca creativa, nei primi cinque anni, si muove secondo un linguaggio caratterizzato dal ritmo di figure geometrizzate e linee che si fondono con lo spazio. Sempre in ambito creativo, collabora con aziende private alla progettazione di marchi pubblicitari, decorazioni, e studi grafici per stampe su tessuti.

Dal 1988 in poi partecipa a numerosi corsi di teatro, danza e canto per il piacere di integrare l’arte visiva con altre discipline artistiche.

Nel 1992 inizia a produrre opere più complesse, formate da un insieme di tele o tavole, articolate assieme a formare dei solidi: cubi, parallelepipedi, prismi, libri, ecc. che con le loro strutture mobili compartecipano al movimento espresso dai soggetti che lei rappresenta a livello pittorico. E’ invitata dalla Prof.ssa Botez-Crainic, dell’Università di Storia dell’Arte di Bucarest, ad esporre in Romania presso la Galleria Adam nella località di Ploiesti. In seguito, inizierà ad allestire mostre in varie città dell’Italia e all’estero.

Dal 1992 al 1994 crea interventi scenografici per la compagnia teatrale di Prato diretta da Luca Tintori, “L’avventura sulla scena”, per spettacoli realizzati presso il Teatro Fabbricone.

Dal 1994 inizia ad arricchire la pittura con materie quali: stucco, sabbia, reti metalliche e supporti di diversa natura, allo scopo di delineare una sempre più raffinata sintesi fra figurativo e astratto. Spesso nel progettare un’opera, anziché fare un bozzetto, scrive qualche rigo, una sorta di “ricetta” per sintetizzare l’idea.

Nel 1995 inizia la serie “Arabesque”, un percorso a cui lavorerà a più riprese anche negli anni successivi. Il titolo di tale serie è dato da una figura della danza classica che ricorre in forma simbolica in ogni opera. A livello tecnico utilizza materiali di vario genere, che contamina con il colore, in modo tale che la pittura prenda energia da qualcosa di diverso da sé. Tutti i lavori della serie “Arabesque” sono in relazione fra loro ma sono tutti differenti, mentre il concetto di infinito, di elevazione, è un richiamo costante in tutte le opere. Le mostre personali più importanti dedicate al tema “Arabesque” sono: nel 1996 presso Palazzo Datini a Prato, e nel 2012 presso il Centro visite Borghetto di Bagnolo, Area protetta del Monteferrato – Montemurlo (Prato). Poi, nel 2018, con un’opera dello stesso tema, è presente in un evento importante: la mostra collettiva “Donne – Eccellenze pratesi” presso Farsetti Arte a Prato, a cura di Carlo Palli e Laura Monaldi.

Nel 1997 partecipa ad una performance con Michelangelo Pistoletto presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato.

Da questo stesso anno inizia a dedicarsi all’insegnamento promuovendo corsi di disegno e tecniche pittoriche presso Enti privati ed Istituzioni quali: le Circoscrizioni del Comune di Prato ed i Comuni di Greve in Chianti (FI), Montemurlo e Vaiano (PO).

Nel 2003 progetta i disegni per le vetrate, la pavimentazione del giardino e alcuni elementi plastici per una villa privata in Germania. Realizza inoltre opere pittoriche a trompe-l’oeil, su commissione, sia su muro che su tavola.

Dal 2003 al 2004, di nuovo in ambito teatrale, collabora con l’Associazione Octava Rima di Prato nel realizzare costumi e scenografie per alcuni spettacoli andati in scena al Cassero Medievale e al Teatro Magnolfi di Prato.

Negli ultimi anni, senza tralasciare la pittura, sente la necessità di misurarsi con altre forme espressive: nascono opere tridimensionali, composizioni polimateriche, anche di grandi dimensioni. Spesso è il materiale stesso a suggerirle l’opera, perfino il supporto o un oggetto di recupero; aspetta poi che l’idea maturi per procurarsi i materiali “giusti” per portarla a compimento. Ama sperimentare. La curiosità è il motore che la spinge sempre alla ricerca di soluzioni diverse. Le soluzioni trovate sono il frutto della propria esperienza, di una tecnica da lei sviluppata.

Con queste ultime scelte espressive raggiunge un particolare consenso di pubblico e di critica tanto che, nel 2005, in occasione della 51° Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, ottiene un riconoscimento alla carriera presso l’Istituto Italo Latino-Americano, da parte dell’Ambasciatore del Costa Rica, per aver partecipato alla creazione di un Museo d’Arte Contemporanea Italiana a San Josè in Costa Rica.

Nel 2008 vince il secondo premio del concorso “Santa Rita da Cascia”, indetto dalla Parrocchia dello Spirito Santo di Prato, con l’opera La rosa e le spine ora in mostra permanente presso il Santuario di Roccaporena (PG).

Si diploma in Counseling Biosistemico dopo aver frequentato un corso triennale di formazione, integrato con Arteterapia e metodi immaginativi, con la Società dell’Ascolto di Prato. Ciò le permette di sviluppare un nuovo approccio all’insegnamento, basato sulle emozioni, il significato dei colori e la creatività con il “Percorso Arte-Benessere”.

Collabora con la Ditta Brogifibre di Vaiano (PO) nella decorazione, in serie limitata, di alcuni capi di abbigliamento in puro cashmere della linea Pleasent.

Nel 2009 inizia il ciclo “Arte-fatto”, una serie di composizioni polimateriche, in cui interpreta gli effetti del consumismo imperante ed irrispettoso della creatività e dell’originalità. Alcune opere sono formate da piccole stampe su tela acquistate nei grandi magazzini, combinate con altrettante tele bianche, in un equilibrio di pieni e di vuoti. Le tele bianche rappresentano i supporti dove può trovare spazio l’immaginazione di chi osserva, mentre alcuni interventi pittorici sulle tele ready-made riportano l’attenzione al concetto di unicità. Ogni opera contiene nella parte centrale un oggetto, utile ad esprimerne il significato intrinseco. Partecipa nello stesso anno, con questa serie, alla mostra personale presso il Giardino del thè a Prato.

Nel 2010 la pro-loco del Comune di Montemurlo (PO) bandisce un concorso per la pittura del Palio dei cerchi e delle botti e sceglie il suo bozzetto per la realizzazione dell’opera, poi in esposizione permanente presso il Palazzo Comunale.

Fra il 2011 e il 2013, il ciclo Arte-fatto si arricchisce di nuove opere contenenti interventi fotografici o immagini acquisite, in bassa risoluzione, dal “grande magazzino virtuale” e poi da lei elaborate nella definizione, nei colori, nei toni. Le tecniche miste e gli assemblaggi polimaterici, rendono in queste opere sempre più labile il confine tra pittura e scultura, una continua commistione tra tradizione e sperimentalismo che da sempre ne caratterizza l’opera.  Nel 2012 espone le più recenti opere della serie Arte-fatto presso il Ristorante Opera 22 a Prato, in una mostra personale interessante ed originale.

Nel 2013, presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, partecipa alla rassegna: Artisti Km 0 con la performance “Dolceterapia” in cui presenta anche una proiezione del suo percorso artistico trentennale. La rassegna termina nel 2014 con una esposizione collettiva dei partecipanti.

Nel 2014 partecipa all’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma, presso l’Università “La Sapienza”, Facoltà d’Ingegneria Civile e Industriale, sotto la direzione artistica di Daniele Radini Tedeschi e inaugurata da Achille Bonito Oliva, con l’opera della serie Arte-fatto: “Mezzo vuoto e Mezzo pieno”.

Nel 2015 – 2016 inizia a produrre la serie: Bacheche–Fiabe. Queste particolari bacheche hanno una funzione specifica: traducono in materia il mondo simbolico-onirico delle fiabe; ne evocano il valore intrinseco: il linguaggio emozionale. Sono opere polimateriche di piccolo formato che raccontano fiabe del repertorio classico e moderno delle diverse culture del mondo. Tutte le fiabe sono interpretate in chiave metaforica, alcune in particolare trovano il trait d’union con temi d’attualità della società contemporanea; ne sono esempio: “Barbablù”, “Griselda”, “La piccola fiammiferaia”. Ogni lavoro è realizzato su una struttura di legno e contiene all’interno: parti dipinte, fotografie, oggetti simbolici ed una frase chiave, tratta dal testo di ogni fiaba, che ne definisce il significato. Questa serie è protagonista nel 2017 di una bellissima esposizione presso il Museo di San Francesco a Greve in Chianti (FI).

Nel 2019 partecipa alla mostra permanente, “Fabbriche d’arte” Parco di sculture a Montemurlo (PO) con l’opera site specific “Manipolazione ambientale”. Nello stesso anno partecipa a “ContemporaneaMente Festival 3” presso la Limonaia di Villa Strozzi a Firenze con la Performance “Entartete Kunst”.

Dalla fine del 2016 in poi, inizia la serie “Icone”. Tale serie è dedicata a opere d’arte abusate le cui effigi, radicate nell’immaginario collettivo, sono riproposte incessantemente attraverso i media e, snaturate in tal modo della loro componente storica, mitica e poetica, diventano immagini iconiche autoreferenziali. Ogni “Icona” è prodotta in un solo originale, con tecniche pittoriche meticolose e interventi a tecnica mista, in cui l’intento è quello di restituire dignità, bellezza e contemplazione ad ogni immagine rappresentata.  In queste “Icone” i volti dei soggetti assumono l’attrattiva prioritaria, perciò sono posti in luce con la foglia oro, argento, rame. I ritratti dei personaggi rappresentati sono definiti con pochi tratti di pennello. I rimanenti dettagli e il fondo sono realizzati con colori acrilici o ad olio, espressamente frammentati per alludere al mosaico, la cui funzione originaria è l’atemporalità dell’opera. Infine, ogni lavoro presenta parti di gioielli che simbolicamente lo impreziosiscono e ne sottolineano il valore unico. Nel 2017, con l’opera “Icona-Jeanne-Hébuterne” partecipa alla mostra collettiva “Locura-Follia” presso la sala Campolmi della biblioteca Lazzerini di Prato. Nel 2020, presso l’Art Hotel Museo a Prato (Camera N. 204), partecipa al progetto permanente, a cura di Carlo Palli con le opere della serie “Icone”: “5 donne nella vita di Picasso”. Nel 2021, partecipa alla mostra collettiva “Pablito il mito, da Prato alla stratosfera”, a cura di Carlo Palli, presso il Teatro Politeama pratese di Prato con l’opera “Icona-Paolo-Rossi”. Poi nel 2022, con un’altra opera di questa serie: “Icona-Venere”, partecipa alla mostra collettiva “ConGiunti”, presso il castello visconteo sforzesco di Novara, inaugurata da Daniele Radini Tedeschi e Stefania Pieralice. Nel 2023, in occasione della consegna del catalogo della mostra ConGiunti, presso la Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino di Roma, ottiene il premio: “Prix grand artiste” del College international di Cannes / France.

Nel 2024 fa parte dell’Atlante dell’Arte Contemporanea, sotto la direzione di Daniele Radini Tedeschi, presentato da: Start al Metropolitan Museum di New York.

Presente in archivi e collezioni pubbliche e private in:

ITALIA, GRECIA, REGNO UNITO, USA, FRANCIA, ROMANIA, GERMANIA, SPAGNA, ARGENTINA, EMIRATI ARABI, COSTA RICA, HONDURAS

Hanno scritto:

P. Affetti – M. Altigeri – S. Bacci – C. Balducci – A. Botez Crainic – S. Bruni – U. Cecchi – U. Fortini – A. Gavazzeni – M. Lardara – D. Lawrence – L. Lepri – S. Malucchi – I. Magni – I. Minghetti – L. Monadi – D. Radini Tedeschi – F. Riccomini – G. Rossi – N. Sguanci – R. Tempestini