Abbiamo perso valori e sentimenti ma la felicità è…

Serie: Arte-fatto 2007-2020

(07.01.2011) da: La Nazione – Buongiorno Prato

Recensione di Franco Riccomini

RICERCATRICE estetica, artista, insegnante di design e di tecniche pittoriche, Tamara Donati (nella foto), 48 anni, se la prende con il consumismo imperante e irrispettoso della creatività, tanto è vero che ci ha costruito una mostra che intende riscattare invece la vera essenza della natura umana, così lontana, proprio, dal consumismo.

Sembra che ce l’abbia proprio con i grandi magazzini che hanno stravolto il nostro modo di fare gli acquisti …

“I grandi magazzini costituiscono un monopolio di oggetti dozzinali che dominano incontrastati negli spazi di vendita. Un’invasione di merce che entra nelle nostre vite, in cui l’originalità e la creatività vengono meno a favore di un degradante e svilente consumismo low-cost. Oggi si acquista di tutto anche ‘in comode rate’ per cercare di alienare dalla mente quel recesso economico che potrebbe altrimenti essere sentito come crisi personale. Il nostro mondo quotidiano è saturo di oggetti superflui. Per non parlare, poi, dello spopolamento del centro storico con la perdita di negozi famosi, dovuta proprio alla concorrenza dei grandi magazzini”.

            Un quadro abbastanza desolante sul nostro modo di vivere in relazione a questo aspetto.

“Tanti oggetti sono diventati talmente pervasivi nella nostra vita da sostituirsi progressivamente agli affetti e alle relazioni. Si compra più di quanto serve, spesso di acquistano oggetti perché sono degli status symbol. Essi placano le insicurezze dell’uomo moderno, lo confermano nella sua importanza e nel suo valore. Mi sembra che una bella fetta della città sia rimasta irretita in questa situazione, perdendo, quindi, la vera sostanza della vita. Specie i giovani che hanno davanti a sé un futuro senza promesse”.

            Invece?

“Invece questa società che è basata sui valori materiali, dovrebbe privilegiare i sentimenti e i valori della spiritualità e non limitare l’espressione umana. La collettività ha bisogno di esprimersi attraverso sentimenti e pensieri più elevati”.

E conclude con un inno alla felicità: “La felicità viene dallo star bene con noi stessi, dallo stare accanto alle persone amate. Non viene dalle cose ma dal liberarsi di esse, dall’essere essenziali. La felicità non ha cartellino di prezzo: è a costo zero”.

Recensione di Franco Riccomini

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