Serie Icone 2016-2024
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Icone delle opere d’arte
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Presentazione
L’immagine iconica nella società dell’apparenza
Da sempre, l’uomo pensa per immagini. Oggi però viviamo una cultura che dall’immagine è intensamente dominata. Infatti, la cultura visuale proposta dai media ha un approccio sulle immagini fatto di usi e abusi. L’immagine è presente ovunque e, quando un fenomeno è dappertutto, è come se non fosse da nessuna parte. Il bombardamento continuo di input produce perdita di attenzione. È una forma di apatia indotta dovuta al sovraccarico di immagini che conduce ad un analfabetismo funzionale.
La nostra è una società che fa riferimento ad immagini-idolo, una cultura fatta di modelli ed icone generati dal mondo della pubblicità, dello sport, dello spettacolo, della televisione, un mondo “preconfezionato” in cui esistono regole e format che inquadrano in un target o in un altro. Mai come oggi siamo stati così circondati, “inquinati”, da figure ed immagini.
La “società dell’apparenza” che produce mitologie, icone pop, sottoculture, divi da copertina, etc. è alla conquista del mondo intero. È espressione e facciata di un mondo che conquista sempre più “adepti” nella “società dei consumi”. Tablet, telefoni cellulari, personal computer, smart tv, etc. sono gli strumenti attraverso i quali la società dell’apparenza “conquista la mente” di una massa sempre più ingente di persone con uno spettacolo multimediale senza fine di immagini, suoni e video. È una sorta di “dittatura dell’immagine”, di “marketing dell’immagine”. Il consumo delle immagini, artefatti del regno della bellezza e dei simboli, è diventato una fonte diretta di valore economico.
Il ruolo preponderante occupato dall’immagine nell’attuale società dello spettacolo porta i segni dell’attrazione, della repulsa, dell’inquietudine che le immagini e il loro potere suscitano da sempre nell’uomo. Il culto dell’immagine, come divulgazione puramente estetica, è quello che conta. Non ci interessa l’essenza delle cose, ma il loro apparire. In questo nostro tragico tempo dell’apparenza tutto ci sembra perfetto ma spesso non ci accorgiamo che il grande inganno della società dell’immagine è la mistificazione che fa diventare il tutto un cosmico niente, in cui ciò che si consuma è la menzogna. Questo è potuto avvenire grazie soprattutto alla rivoluzione massmediatica e tecnologica avutasi negli ultimi decenni, una rivoluzione tecnologica che ci ha portato al postumano oltre che al postmoderno.
L’immagine iconica
Le fotografie, i quadri e i film, in quanto immagini iconiche, descrivono oggetti, persone o azioni che esprimono un significato evidente. Nell’icona esistono due aspetti, l’immagine e l’idea; l’idea è al tempo stesso segno e simbolo.
L’uso più superficiale e destrutturante che facciamo dell’immagine è la serialità. Attraverso la riproduzione, l’immagine perde la sua struttura semantica, diviene sostanzialmente arida e autoreferenziale, malgrado che i progressi strabilianti della tecnologia promettano di dischiudere nuovi modi di interpretare l’immagine riportandola al mondo della vita. Poiché viviamo in un’epoca che esibisce, in luogo di mostrare, il pericolo, per l’immagine iconica, è che si chiuda nell’autoreferenzialità trionfalista: tipico approccio verso l’immagine abusata di un’opera d’arte. Vi sono infatti opere d’arte, le cui immagini radicate nell’immaginario collettivo, sono riproposte incessantemente attraverso i media come elementi di superficie in cui si perdono il senso profondo e le chiavi di lettura. Si compie perciò un danno a livello culturale perché, l’esteriorizzazione fine a sé stessa, banalizza il contenuto dell’opera.
Le opere d’arte di tutti i tempi, rese universalmente famose, come anche i ritratti fotografici di personaggi conosciuti, sono un chiaro esempio dell’affascinante potere dell’immagine iconica. Nelle foto di celebrità, i soggetti vengono fotografati perché sono icone nel loro campo, assumono un significativo stato sociale e culturale. Mentre proliferano le sollecitazioni visive, si avverte drammaticamente l’assenza di un sapere adeguato a decifrarle. Tale sapere, appannaggio di intellettuali, artisti e creativi, deve socializzarsi e costituire la premessa per una considerazione consapevole delle implicazioni della dittatura iconica. Occorre una sensibilità visuale non superficiale per sapersi destreggiare nel mondo attuale delle immagini. Occorre un’alfabetizzazione visuale feconda, vivificante, ricca di spunti e di potenzialità culturali.
Le mie icone
Nelle mie icone, mi riferisco alle opere d’arte come memorie che dal passato ci raccontano la nostra storia, il nostro percorso culturale. La serie “Icone” nasce nel 2016 con l’interpretazione della Gioconda ed è poi proseguita riferendosi ad altri capolavori artistici. La serie “Icone” si relaziona anche a immagini di personaggi del mondo dell’arte e dello spettacolo, le cui caratteristiche sono state talmente abusate da divenire autoreferenziali.
I volti dei soggetti ritratti assumono l’attrattiva prioritaria, sono essi stessi “icona”, perciò li metto in luce con la foglia oro, argento, rame, bronzo. Le effigi dei personaggi rappresentati sono ottenute attraverso una meticolosa elaborazione digitale, fino ad ottenere la sintesi desiderata: simulacri che, con pochi tratti, rendono riconoscibili i soggetti. Anche se l’atto di rielaborare il soggetto, di per sé, può avere la funzione di riproducibilità dell’immagine senza soluzione di continuità, a differenza della Pop art che ha prodotto e diffuso la serialità di un’immagine già nota, con il mio intervento tento di restituire dignità all’immagine stessa producendo per ognuna un solo originale, con tecniche pittoriche e interventi a tecnica mista fra cui i gioielli che simbolicamente la impreziosiscono e ne sottolineano il valore unico. I ritratti dei personaggi rappresentati sono definiti con poche linee essenziali. Il resto della figura e il fondo sono realizzati con colori acrilici o ad olio, espressamente frammentati per fare riferimento al mosaico, la cui funzione originaria è l’atemporalità dell’opera. Nel contempo, la frammentarietà allude alla ricomposizione dell’immagine digitale fatta di pixel, compressa per esistere nella rete: spazio della nuova comunicazione, in cui non conta più nel senso reale ma solo virtuale. La serie “Icone” diviene quindi desiderio di recupero della bellezza e della contemplazione nel senso autentico.
Eventi serie Icone
Recensioni e Media
Link di Approfondimento
– https://www.lifebeyondtourism.org/it/ourartists/tamara-donati/
– https://www.saatchiart.com/Tama
– https://www.toscanarte.it/?view=artisti&See=21-tamara-donati-
– https://www.lanazione.it/prato/cronaca/camere-dautore-le-idee-di-palli-allart-hotel-4c3a5a91
– https://www.trgmedia.it/Torna-al-Museo-Diocesano-la-Piccola-Collettiva-d-Arte-Sacra-di-Gubbio/news-133206.aspx
– https://www.visittuscany.com/export/shared/make/documenti/depliant-completo_IrN.pdf
– https://www.politeamapratese.it/pablito-un-mito/